di Luigi Scardigli

PISTOIA. Solo San Martino di Castrozza ha ancora il fascino del secondo decennio del XX secolo, probabilmente; il conio, però, non è più quello di allora: c’è l’euro. Anche quella nobiltà, quella finta nobiltà, tipicamente austriaca, ma non solo, si è lentamente, ma inesorabilmente, sgretolata. Ci sono due cose che rendono straordinaria La signorina Else, una delle novelle più crude di Arthur Schnitzler: l’immarciscibile contemporaneità dell’opera (che ha quasi cento anni) e Lucrezia Guidone, una ronconiana ad origine controllata, un talento (in)naturale – ha studiato tanto per essere arrivata, così giovane, a quei livelli – alla quale Federico Tiezzi ha affidato, senza batter ciglio, il ruolo della protagonista. Al suo fianco, tre musicisti indispensabili alla riuscita della rappresentazione e Martino D’Amico (von Dorsday), il facoltoso amico di famiglia, che trascorre le vacanze nello stesso albergo delle Dolomiti dove soggiorna la giovane viennese, l’unico in grado di poter prestare 30.000 fiorini (che raddoppiano quasi, quando alla lettera della madre, si aggiunge il telegramma) alla famiglia utili ad evitare al padre della signorina Else, avvocato con il vizio del gioco, un clamoroso, infangante e letale arresto per furto.

Lo spettacolo, ospitato (chissà perché), nel meraviglioso Teatro anatomico dello Spedale del Ceppo (massimo 25 persone, vivamente sconsigliato ai cardiopatici) sarà replicato fino al prossimo 2 luglio e per non far torto, imperdonabile, ai prossimi 175 spettatori (i conti son corretti: lunedì 26 giugno la rappresentazione si prende una pausa), eviteremo di raccontarvi i dettagli epilogativi, comunque facilmente assimilabili dando un’occhiata, anche furtiva, alla pagina telematica di Schnitzler. Vi consigliamo comunque di sottoporvi ad un inutile e sadico test polmonare perché vedere all’opera Lucrezia Guidone, 31 anni compiuti lo scorso 3 giugno, è un piacere assoluto: una macchina di recitazione oliata alla perfezione, un equilibrio, incantevole, di smorfie e diaframma, un’imbarazzante naturalezza con il pubblico praticamente sulla scena, un ridottissimo numero di spettatori tra i quali, ieri, 24 giugno, dopo oltre dieci giorni di repliche del fiore all’occhiello di questa prima edizione del Pistoia Teatro Festival, han trovato posto, oltre al regista e a David Riondino, anche i suoi genitori, facilmente identificabili e identificati per lo sguardo, estasiato, fino alle lacrime, oltre ogni ragionevole orgoglio, della mamma. Ma al di là di questo tenerissimo e ininfluente dettaglio drammaturgico, resta il dato, meravigliosamente sconcertante, della bravura della giovanissima attrice pugliese, anche se nata a Pescara e presto trasferitasi a Roma, dove ha ricevuto il diploma nella maestosa scuola di recitazione d’arte drammatica Silvio D’Amico, un pezzo di carta quanto mai utile e meritato vista la naturalezza con la quale Lucrezia Guidone intercala il timbro vocale e le smorfie del viso e delle mani tra le reali conversazioni con il suo perfido e facoltoso aguzzino - che le assicura il prestito utile a salvare dalle manette il padre a patto che lei si faccia vedere completamente nuda – e i pensieri, tutti a voce alta, che le annebbiano la vista e la tranquillità in prossimità e subito dopo una parola profferitale dal suo detestabile e viscido corteggiatore. Della giovanissima e talentuosa attrice, comunque, se ne sono già accorti tutti, gli addetti ai lavori, teatrali e cinematografici: cinque anni fa, viene insignita con il Premio Ubu under 30 come miglior attrice; l’anno successivo, i riconoscimenti sono addirittura due: Premio Duse e quello Virginia Reiter; nel 2014 vince il Pegaso d’oro al Premio Flaiano. Il prossimo 16 dicembre, sabato 16 dicembre 2017, al Piccolo Teatro di Milano, dove si svolge la cerimonia di consegna del Premio Ubu, visto che la signorina Else, nel frattempo, ha superato i 30 anni, Tommaso Chimenti e gli altri della giuria non avranno dubbi, crediamo, a decretarle il riconoscimento più ambito. Lo scriviamo non certo per manie di protagonismo, ma solo perché abbiamo avuto la fortuna di assistere allo spettacolo, coprodotto da Lombardi-Tiezzi con l’Associazione teatrale pistoiese, in prima nazionale, proprio a Pistoia, prima di molti giurati.
