
PISTOIA. Ai molti spettatori che, durante l’intervallo, fingendo di essere diventati tabagisti, hanno preferito abbandonare il Teatro Manzoni per andare ad appisolarsi altrove, possiamo solo dire che la seconda parte di Richard II ha offerto due o tre spunti simpatici, quasi comici, che ne hanno leggermente risollevato le sorti, senza comunque avere il potere di riportare la tragedia shakespeariana, oggettivamente poco brillante, rispetto al sontuoso repertorio, seppur attualissima, su accettabili livelli di gradevolezza. In troppi angoli, anche se correttamente minimalista, ma luminosa e compiuta, la rappresentazione è parsa un inutile esercizio di stile di una tragica tragedia che non ha fatto altro che appesantire un copione già poco malleabile. A questo, poi, occorre aggiungere la scelta, culturalmente spiazzante, ma indovinata, di affidare il ruolo del Re, indebitamente spodestato, a Maddalena Crippa.
Rea, costei, di non essere mai uscita dai binari di una scrittura che doveva necessariamente e idealmente alleggerirsi, in modo da abbattere il tronfio che in quasi tutto lo spettacolo si è impadronito morbosamente degli umori degli spettatori, costretti ad assistere a qualcosa di impenetrabile, inavvicinabile, indiscutibile, inappropriabile. Tre ore di arcaico storicismo, sistematicamente impreziositi dai naturali parallelismi che nessuno non può non aver fatto trasportando la scrittura di oltre mezzo secolo fa ai giorni nostri, in un contesto di famelici e doppiogiochisti avvoltoi, capaci con una disarmante e irritante disinvoltura di cambiare abito e corrente e soffiare, immediatamente un attimo dopo, dalla parte opposta. Il regista e adattatore Peter Stein, che ha affidato la traduzione del testo britannico a Alessandro Seripieri, le scene a Ferdinand Woegerbauer, i costumi ad Anna Maria Heinreich e le luci a Roberto Innocenti e popolato la scena con uno stuolo di sudditi, cardinali e audaci combattenti, ha puntato buona parte delle proprie fiches sul minimalismo visivo e la doppiezza regale di Maddalena Crippa, un monarca contornato da uomini-adulatori pronti, fulmineamente, a tradirlo per invocare e festeggiare il suo parente-nemico. Ma oltre la drammatica attualità, la commedia ha offerto poco altro, convincendo con estrema parsimonia quella parte di pubblico che ha preferito non disertare la seconda parte e aspettare la fine per sapere da quale parte rivolgere il pollice. L’intero staff del Richard II, che sarà replicato stasera, sabato 18 novembre alle 21 e domani alle 16, si incontrerà oggi pomeriggio, alle 17,30, nel saloncino del Teatro Manzoni, con quegli spettatori ansiosi di vedere , in carne e ossa e senza abiti di scena, i vip di turno.
