LAMPORECCHIO (PT). In linea di principio e logica, non dovrebbe esserci alcuna relazione tra l’esposizione televisiva e il richiamo teatrale. Soprattutto perché sono due mondi, artisticamente, molto diversi. E invece, sono corrispondenzialmente biunivoci: il secondo, serve al primo per regalare, a palinsesti che traboccano di nani e ballerine, qualcosa di pregiato; la prima, assicura alle sale strabilianti e imprevedibili pienoni. La tivvù pesca a teatro i migliori, anche se sono spesso molto poco televisivi; lo fanno perché quando è tempo di rendicontazioni, i vari direttori possono comunque vantare di aver assoldato a cause altrimenti destinate a personaggi pseudo inqualificabili nomi di spessore reale e non presunto. E i teatri, a loro volta, non temono fiaschi o platee desolatamente semivuote quando in cartellone compare uno di quei nomi che la televisione ha, più o meno opportunamente, glorificato.
Viktor und Viktoria è la dimostrazione lampante, ma non certo unica, né prima, né ultima, tangibile e recentissima (lo spettacolo è andato in scena ieri sera, 28 marzo, al Teatro di Lamporecchio) di quanto veritiero sia ciò che abbiamo teorizzato: che la simpatica e intonata Veronica Pivetti, una delle donne che vanta un numero davvero considerevole di presenze sul piccolo schermo, si possa presentare a Teatro e, protagonista di una commedia leggera, seppur impreziosita da nobili angolazioni politiche, scateni immediatamente l’applauso, già dopo pochi minuti dall’inizio dello spettacolo, è un dato di fatto indiscutibile, un tributo di gradimento che le verrà concesso altre volte durante la rappresentazione con tanto di standing ovation finale. Commedia affatto sgradevole, beninteso, ma che non occuperà mai, negli annali delle recitazioni, alcuna menzione. La storia, per la regia di Emanuele Gamba, soprattutto alla luce delle pellicole di Schunzel e Edward, la conoscete un po’ tutti: è quella di un’attrice (Veronica Pivetti) che, durante l’avventurarsi nazista, si trova a dover far fronte a un momento particolarmente difficile di scritturazioni, alle quali sopperisce grazie all’aiuto di un collega (Giorgio Lupano), italiano, naturalmente, napoletano, ci mancherebbe altro, che le suggerisce di spacciarsi per un en travesti, personaggio particolarmente ambito, di notte, nella Germania del Fuhrer e perseguitato di giorno. Accanto alla finta trans, una serie di comprimari, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci e Nicola Sorrenti, che accompagnano la commedia fino all’inevitabile dolce epilogo.