
PISTOIA. Spettacolo pop, da Club Med, dove nessuno si indignerebbe se accanto, qualcuno, invece che ascoltare e guardare quello che sta succedendo sul palco, fosse concentrato sullo schermo luminosissimo del proprio telefonino; in vacanza, anche se non è il massimo della deontologia, può anche starci; a teatro, no, cazzo! Ma fino a dittatura, occorre sopportare. Guido Catalano e Giuseppe Peveri, divenuto Dente, quest’ultimo, forse pensando a dove batta la lingua, quando questo duole, comunque, sono una coppia ben assortita: poeta in tono minore, il primo, che si dichiara, puntualmente, rocker fallito convertitosi alla letteratura solo perché meno affollata e più violabile e cantautore semiserio, il secondo, alla ricerca spasmodica e parossistica di rime troppo banali per essere vere che si rincorrono su un pentagramma facile e orecchiabile. Il pubblico e la critica comunque li hanno già assolti con formula piena e promossi e dall’inverno scorso solcano l’Italia in lungo e in largo presentando Contemporaneamente insieme, anche d’estate non lo abbiamo aggiunto noi, ma loro, proprio perché dopo i puntuali sold out dei quali hanno fatto incetta da ottobre a maggio, hanno deciso di sondare anche gli umori estivi.
E in considerazione del fatto che il caldo si abbini, bene e naturalmente, con il buon umore, non è da escludere che il successo oltre i trenta gradi oltrepassi quello oltremodo confortante che hanno già ottenuto sotto i rigori termici. Il canovaccio, quello sfoggiato l’altra sera a Pistoia, al Piccolo Teatro Bolognini, promosso dall’ATP in collaborazione con l’Associazione Blues In, prevede un inizio ben distinto e separato, con i due mattatori rispettivamente impegnati nei propri repertori. La scena richiama un oasi in pieno deserto, con cactus verdissimi che colorano e adornano un ombrellone e due sdraio tipicamente balneari. Dalla parte del pensatore, una scrivania; da quella del musicista, una chitarra e un piano. Ma con il trascorrere del tempo della rappresentazione le due performance hanno iniziato a interagire tra loro, ottenendo il plauso e il piacere del pubblico, che si era già dimostrato particolarmente ben disposto e generoso nel dispensare applausi e risate, già dalle battute iniziali. Il tema, inflazionato da sempre, ma non ancora esaurito, vista l’ilarità con la quale viene puntualmente accolto, è quello dell’amore, o meglio, della solitudine che decreta la fine e l’essenza dell’amore, con qualche puntatina, provocante ma frivola, sull’omosessualità. Fino al gran finale, quando il pubblico, al quale, all’ingresso, è stata consegnata la cartolina dello spettacolo, dove sul retro, gli autori, hanno espressamente chiesto di pronunciarsi, anonimamente, con una dichiarazione d’amore. Al via di Dente e Catalano, gli spettatori, dopo essersi anonimamente espressi, hanno lanciato in sala le proprie cartoline, alcune delle quali hanno avuto la fortuna di essere lette, suscitando una nuova linfa umoristica e declassando ulteriormente lo spettacolo da rappresentazione teatrale a intrattenimento estivo da campeggio romagnolo. Ora, con l’ultima coda teatrale di questa stagione agli sgoccioli che si materializzerà con una personale/collettiva de Gli Omini alle Rotabili, è tempo di Festival Blues. Con l’unica attesissima premessa, legata alla conferenza stampa di presentazione della prossima stagione teatrale dell’Atp, in programma nel primo pomeriggio del prossimo 5 luglio. Una conferenza stampa che non potrà in alcun modo fare affidamento sulla suspence, visto e considerato che già ieri sera, al Bolognini, c’erano già i depliant degli undici più sette spettacoli suddivisi tra gli abbonati e quelli fuori abbonamento. Pensavamo fosse uno scherzo; ma davvero, eh!
