di Alessandra Pagliai

FIRENZE. Chi è tormentato dall'alcol chi dal fuoco, chi alcolista, chi piromane, a ciascuno il suo inferno. Yngvild Aspeli, che dirige la Compagnia franco-norvegese di teatro visivo Plexus POolaire, mette in scena due delle brutte bestie che mordono cuore e cervello all'essere umano. La storia, raccontata sul palco del Teatro di Rifredi, narra le vicende di due giovani uomini vissuti in tempi diversi nel sud della Norvegia, che incrociano il loro scompiglio e perversione nel libro scritto dall'alcolista che si interroga su cosa vediamo quando guardiamo noi stessi: forse un lupo feroce, famelico e orrendo? talvolta si; è il lato oscuro della vita, baby. Bambino all'epoca dei fatti, afferrato dall'ignoto, colpito dalla vicenda per trent'anni, la devastazione del fuoco appiccato da Dag, figlio del pompiere del paese, che ha reso la vita cenere, lo scrittore - bevitore descrive la similitudine dei loro mali oscuri che ha lo stesso codice: il complesso rapporto padre/figlio. Ispirato al romanzo Prima del fuoco, di Gaute Heivoll, Ceneri
- uno spettacolo di Yngvild Aspeli; attori e marionettisti Viktor Lukawski, Aïtor Sanz Juanes (in alternanza con Alice Chéné) e Andreu Martinez Costa; scenografie Charlotte Maurel e Gunhild Mathea Olaussen; musica Guro Moe Skumsnes e Ane-Marthe Sørlie Holen; costumi Sylvia Denais - luci Xavier Lescat; video David Lejard-Ruffet -, ha debuttato in prima nazionale, con molti applausi, al Teatro di Rifredi per tre date fino a quella pomeridiana idierna, del 10 febbraio. L'amarezza e il raccapriccio dettati dalla storia noire, dove demoni spaventosi versano da bere senza soluzione di continuità, la crudeltà, rafforzata da incubi in cui compare il padre partorito da un'alce uccisa dal fuoco e visitato da Dag l'incendiario, per la bellezza delle immagini create dai tre attori - marionettisti che si muovono nel nero della scena e delle nostre emozioni, si trasformano in poesia; del genere più buio è vero, ma grande poesia. Creata dalle marionette espressive dagli occhi parlanti, di dimensioni diverse che ci rimandano il senso dello spazio, dalla sapiente miscela di musica, costumi, scenografie e video proiettati in scena, la piece è una commistione che ci farà ricordare di Ceneri come dei suoi interpreti/marionette, nei tempi futuri. Dice Yngvild Aspeli: Attraverso le marionette possiamo dare corpo a elementi astratti ed esprimere in maniera diretta le sensazioni e gli stati d'animo che sono a volte difficili da esprimere a parole. Mettendo "l'umanità" al centro della mia ricerca poetica, scelgo spesso di lavorare con delle marionette che sono il "doppio" o la riproduzione di un essere umano. Cercando di sviluppare la relazione tra marionetta e attore/marionettista, approfitto del turbamento creato dal fatto che a un certo punto non si sa più chi manovra chi. Il fatto che la marionetta, un oggetto morto, sembri a volte più viva dell'attore che si mette al servizio di quei corpi, ci permette di evocare numerose riflessioni fisiche, psicologiche e sociali.
