di Alessandra Pagliai

FIRENZE. Tre soli attori sul palco per un denso, essenziale e comico Shakespeare che ha l'intento di fare a pezzi la tragedia. Al Teatro di Rifredi, ancora fino al 21 marzo, la Compagnia La macchina del suono è in scena con trentasette opere del Bardo in soli novanta minuti. Una pièce lunga quanto una partita di calcio, ma senza l'intervallo. Inutile chiedersi cosa ne penserebbe William Shakespeare; la domanda è un'altra: cosa ne pensiamo noi, noi che abbiamo ancora le lacrime agli occhi per aver visto Ofelia annegare in un bicchier d'acqua e Tito Andronico partecipare a Master Chef in stile collaboratore di Quentin Tarantino e il Moro di Venezia versione rap alle prese col kleenex tutto ricamato? Le commedie di Shakespeare, ben sedici, sono velocemente citate; quel che gli e ci interessa sono le tragedie.

Preparate i fazzoletti per le risate. Riscritta in versione abbreviata in pieno stile Bignami da Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield, che nell'87 la presentano al Fringe Festival di Edimburgo, ottenendo grande successo tanto da replicarla per nove anni al Criterion Theatre di Londra, questa parodia delle opere del Bardo gode della traduzione di Andrea Buzzi e del brio che ci si aspetta da cotanta irriverenza. Le opere complete di William Shakespeare in versione abbreviata interpretate e dirette da Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti, è brillante, emozionante e speciale, come loro ci costringono a pensare fin dall'inizio. Così il misantropo Timone di Atene viene raccontato come fosse una partita di calcio. I tre, di cui sopra, vestono qualunque panno, maschile e femminile obviously, in una farsa che non scorda l'Eccellentissima e Lamentevolissima Tragedia di Romeo e Giulietta che dal 1597 a oggi ha avuto svariate rivisitazioni teatrali e cinematografiche, restando quasi sempre seriamente una tragedia. Non qui, però. La sfida teatrale dei guitti musicisti ben prestati al teatro è lo stravolgimento non solo della durata del tempo; loro si spingono oltre fino a ricavarne una farsa. Memorabile l'interpretazione di Lorenzo Degl’Innocenti dei personaggi femminili. Irriverenti i nostri? Sì certo. La farsa è un esasperato carattere comico, spesso con qualche grossolanità. Nel corso dello spettacolo vengono citati Alessandro Benvenuti che negli anni passati ha portato in scena questa versione, così come gli inglesi autori dell’esilarante riduzione dell'opera omnia del Bardo. Insomma nessuno vien scordato: son pur sempre musicisti!

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