di Francesca Infante

PISTOIA. La piccola sala del Funaro appare diversa dal solito. Delle sedie formano un quadrato che delimitano la stanza. In un angolo della sala, fuori dal perimetro, c'è una donna: attende che quel quadrato senza vita venga animato dal pubblico. Pian piano tutti prendono posto. Le sedie sono piene. Ed è proprio in quell'istante, che lei, Cristina Rizzo, si stacca dal suo angolo e si posiziona al centro della sala. Tutti la possono vedere, lei può vedere tutti. A terra, vicino a lei, c'è un robot pulitore meccanico. Lui si accende. La musica parte e lei inizia la sua performance sulle note di Verklärte Nacht (Notte trasfigurata; VN è il titolo della rappresentazione) di Arnold Schönberg. In questa danza liberatoria, che sembra quasi un'evasione dalla realtà, il vero punto centrale è la distrazione. Cristina Rizzo balla in grande contatto con il pubblico, quasi lo sfiora, lo mette a disagio, cerca di distrarlo con un robot. Provoca chi guarda.

Mette in contrapposizione le distrazioni futili con la bellezza dell'arte, della danza. Stando così a contatto con il pubblico vuole provocare una reazione: costringe chi la guarda a vedere e non semplicemente guardare. Perché questo è il compito dell'arte e di chi la pratica: fare in modo che le persone creino un loro pensiero critico. Il pensiero libero deve danzare come una danzatrice che fugge dalla sua quotidianità. Applausi. Ma si torna in scena. Immediatamente, stavolta con Duetto nero, seconda performance della stagione pistoiesen di Teatri di Confine. La sala del Funaro, però, stavolta cambia. Adesso non ci sono più sedie, ma cuscini. Gli spettatori si siedono a terra, ognuno sceglie la posizione più comoda. L'ambiente è più rilassato. Al centro due donne, una di fronte all'altra. Trent'anni le separano. La danza le unisce. L'incontro di due generazioni di danzatrici, che sono l'una lo specchio dell'altra. In sottofondo, il suono delle cicale crea un ambiente rilassante che si unisce alla loro danza ipnotica. Con movimenti lenti e soavi ci fanno entrare in contatto con il lento scorrere della vita, dove la saggezza della maturità insegna e sostiene la giovinezza. Poi il sottofondo cambia; prima un battito di ali costante inizia a rendere tutta la loro danza più irrequieta, poi una musica veloce e ritmata prende il sopravvento e svolta completamente la loro danza, rendendola frenetica. Poi la musica volge al termine, e loro tornano l'una davanti all'altra, come se nulla fosse successo.

 

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