di Pierluigi Lazzaro

PISTOIA. Si apre il sipario del Teatro Manzoni di Pistoia e d’incanto ci troviamo, nella sera che precede l’Epifania, in una città coperta di neve, dove frettolosi passanti appaiono come ombre nella notte. Cambio di scena ed eccoci all’interno di una casa, la vigilia di Natale, con un enorme albero a stagliarsi sul fondo. Già dopo pochi attimi scompaiono pensieri e preoccupazioni, catapultati come siamo nel mondo magico e protetto della nostra infanzia. In un’atmosfera onirica ci si abbandona volentieri alle musiche di Ciaikovskij, dagli echi malinconicamente popolari, che vengono accompagnate magnificamente da coreografia e costumi sgargianti. Perfetta e rassicurante favola di Natale, tratta non direttamente dall’opera di Hoffmann Schiaccianoci e il re dei topi, ma dalla versione di Dumas padre nella quale gli aspetti più cupi si stemperano a creare un’atmosfera più giocosa. Il quadro iniziale del primo atto coglie la festa della vigilia di Natale presso la famiglia Silberhaus in cui il culmine si raggiunge all’arrivo del padrino dei due bambini, Fritz e Maria, con i suoi stravaganti doni. Tra questi, appunto, uno schiaccianoci a forma di ussaro, che affascina la piccola Maria.
Nel successivo dormiveglia della bambina si confondono i piani della realtà e del sogno, con i giocattoli che prendono vita in una battaglia tra topi, comparsi dal nulla, e soldatini capitanati dall’ussaro/schiaccianoci, trasformatosi in principe. Nel secondo atto Maria e il principe si trovano nel Regno dei Dolci, dove in loro onore vengono offerte una serie di danze, in quelli che sono i momenti più emozionanti e coinvolgenti del balletto. Tra queste il valzer dei fiori e la danza della Fata Confetto rappresentano due dei punti di maggiore bellezza. Al termine abbiamo un ultimo valzer, che accompagna il risveglio di Maria. Tra sogno e realtà questo balletto raggiunge nei superbi interpreti della Compagnia Ballet from Russia (fondata nel 1980 dal ballerino e coreografo del mitico Bolshoi Stanislav Konstantinovich Vlasov e attualmente diretta da Ekaterina Shalypina, già prima ballerina) un magico equilibrio in cui una raffinata sensibilità permette di alternare diversi stati d’animo in una unità stilistica ed emozionale. Tutto questo viene avvolto dalla musica di Ciajkovskij come un mantello incantato. Sotto, la natura onirica della fiaba viene trasmutata in colori, visioni e movimento a comporre una bellissima e affascinante narrazione tridimensionale. A questo mantello musicale sono attaccate trombette, raganelle, castagnette e ogni sorta di rumori inusuali in contesti classici. Tutto ciò rende quest’opera godibilissima anche per pubblici poco avvezzi alla sacralità della musica classica. In particolare i bambini possono, con questo balletto, avvicinarsi a forme di arte che poi, col crescere, potranno imparare meglio ad apprezzare. Spettacolo ideale per famiglie, non solo per il periodo delle feste natalizie. Gli interpreti di questo balletto, al di là di una tecnica sopraffina, hanno una espressività scenica intensa, sia nei protagonisti, in particolare una deliziosa Maria, che negli interpreti di secondo piano, come, ad esempio, un inquietante principe dei topi. Il pubblico nel quale si notavano parecchi bambini, ha tributato lunghi e meritati applausi al termine del balletto.
