di Luna Badawi
PRATO. Sono le 20.45 e il teatro Metastasio (si replica stasera, sabato 11 dicembre e domani pomeriggio) di Prato è colmo di persone curiose di godersi una grande festa. Una festa a cui l’intero paese è stato invitato. L’ultima festa prima della fine del mondo. Siamo di fronte all’omonima opera di Tomasi di Lampedusa e il film di Luchino Visconti che sono parte del nostro immaginario collettivo. Una grande icona cultural-popolare. Le Gattoparde, le Nina’s Drag Queens: Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo e Ulisse Romanò, un’interessante compagnia teatrale nata nel 2007 a Milano, dall’incontro dell’amore per il teatro e della voglia di esprimersi in modo diverso, con linguaggi differenti e con libertà da ogni sovrastruttura, ci raccontano attraverso una sfavillante commedia, dalla regia di Ulisse Romanò con l’assistenza di Livia Bonetti, le scene di Maria Spazzi, la musica di Gianluca Misiti, le luci di Luna Mariotti e i costumi di Daniela Cernigliaro il racconto di un paese che non cambia, che a tratti non vuole neanche cambiare. Cristallizzato in diversi cicli di rivoluzione che portano sempre allo stesso capolinea, si ripete con costanza, il motto gattopardesco. Un cambiamento sterile, come nella filosofia nietzschiana, in un sistema finito con un tempo infinito ogni evento è potenzialmente già accaduto infinite volte e si ripeterà in futuro sottostando all’eterno ritorno dell’uguale.
Se vogliamo che qualcosa resti com’è, dobbiamo cambiare! Fra abiti pazzeschi, canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, personaggi televisivi amati come Raffaella Carrà e periodi storici importanti per la storia della nostra nazione, la commedia prende vita e ci trascina in un vortice di emozioni vere: la paura del cambiamento, la fossilizzazione e la decadenza di un’epoca diventano così un problema non soltanto collettivo, ma anche individuale. Uno specchio introspettivo di una vita personale che a volte non vogliamo affrontare. La paura di cambiare gli addendi, nel timore che cambi il risultato. Una calamita di situazioni simili che si ripetono all’infinito per portarci sempre allo stesso posto. D’altronde, se in un risultato diverso vogliamo sperare, le solite azioni dovranno pur cambiare. Le Gattoparde moderne sono frizzanti, divertenti, forti e maliziosamente dolci. Sanno che serve l’amore, ma soprattutto sanno che serve meno lacca per liberarsi dalla rigidità e dalle costrizioni. Cosa faresti se fossi invitato all’ultima festa prima della fine del mondo? Tutto ciò che è necessario per assaporare la vita. Uno spettacolo riuscito nel suo intento. Una ventata di modernità e giovinezza. Magnetico e soprattutto vero. Quella verità che sa proprio di teatro.