di Chiara Savoi

SIENA. Ci sono spettacoli che funzionano perfettamente come una macchina con gli ingranaggi ben oliati e Festen, ai Rinnovati di Siena (si replica stasera e domani, domenica 12 marzo, nel pomeriggio) di Marco Lorenzi è proprio uno di questi, uno spettacolo che, nonostante la crudezza del testo, ti fa uscire felice dal teatro. In scena Danilo Nigrelli, Irene Valdi, Carolina LeporattiYuri D’AgostinoElio D’AlessandroRoberta Lanave, Barbara MazziRaffaele MusellaAngelo Tronca, quasi sempre sul palco a svelare i segreti della famiglia Klingenfeld in occasione della festa di compleanno del patriarca Helge. C'è un problema con tua madre; e quale sarebbe - chiede Christian, il figlio maggiore? Si è stancata delle mie barzellette - risponde Helge. Magari i problemi della famiglia fossero questi. In realtà sono i peggiori che si possano immaginare e vengono fuori proprio durante il discorso di Christian per omaggiare suo padre. Deve togliersi il peso della violenza, quello stesso peso che ha ucciso sua sorella gemella e che si intuisce fin dall'inizio quando il primogenito torna alla casa paterna dopo tanto tempo e sia la musica che le luci contribuiscono a farci respirare un ambiente torbido e soffocante. Qual è la verità di questa famiglia? Quella della gioia della festa del sessantesimo di Helge? Quella della famiglia riunita? Quella dei sorrisi quando il nonno cerca di parlare? Quella delle gelosie tra i fratelli? Quella della ricchezza dei Klingenfeld? Oppure questa è tutta una facciata falsa che nasconde violenze sessuali, omertà, silenzi che esplodono.

Quanto può essere dolorosa la verità? Ma la verità è anche il dono più grande che si possa dare. Già il film, dello stesso Thomas Vinterberg, autore del testo, era stato un pugno nello stomaco, perché in piena adesione al Dogma 95 (manifesto programmatico per il cinema, creato e promosso da lui stesso e Lars von Trier proprio nel 1995) non aveva utilizzato né effetti speciali né colonna sonora e si era affidato solo alla forza del testo e del piano sequenza. In questo adattamento teatrale troviamo, infatti, il piano sequenza girato a turno dagli stessi attori che stupisce, intriga, ci tiene incollati e ci aiuta a vedere le scene e la storia da più punti di vista; gli attori si muovono dietro a un telo trasparente che serve per proiettare le immagini che loro stessi riprendono con una telecamera a mano. Così lo spettatore può guardare gli attori come in un film, ma li vede anche dal vero, perché sono sul palco, in teatro. Anzi, scopriamo i loro segreti: i due che camminano, stanno fermi, ma sotto c'è uno di loro che fa passare fiori e oggetti come se loro camminassero davvero. Ecco quindi che i due piani ci riportano alle due verità nella stessa storia: la famiglia esiste ma non è quella che sembra. Come si fa a scoprire la verità? Ci vuole coraggio, certo e Christian ne ha parecchio, anche mentre non viene creduto. Gli attori sono bravissimi e credibili, la regia è geniale e lo spettacolo è godibilissimo. Colpi di scena, sguardi indiscreti, luci accese all'improvviso, dialoghi con il pubblico e trovate assolutamente inaspettate e per niente scontate. La forza di questo spettacolo è nelle mani di un gruppo di attori molto affiatato, che ha una grande energia e porta lo spettatore a chiedersi cos'altro può succedere. Il Maestro di cerimonia lancia continuamente coriandoli e riporta tutto al gioco perché la vita deve essere entertainment e se anche c'è stato un piccolo intermezzo che ha interrotto la gioia, possiamo continuare a festeggiare. Il mulino di Amleto (è il nome della Compagnia) ha sempre affrontato il tema del potere e della famiglia e in questo contesto drammaturgico abbiamo il potere rappresentato dal rapporto con il padre, con la vera autorità, con quella imposta e abbiamo la famiglia, con i drammi derivanti dalle relazioni parentali cui siamo abituati fin da piccoli grazie (o per colpa) alle fiabe dei fratelli Grimm come Hansel e Gretel, in cui i genitori abbandonano nel bosco i figli senza troppi pensieri. C'era una volta una famiglia. Un giorno il figlio maggiore disse la verità. E voi, siete disposti a conoscerla?

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