di Letizia Lupino

PISTOIA. Non lo so. No, davvero. Non lo so proprio. Il pensiero di cosa ho visto rimane in sospeso nella perplessità di uno sguardo a x e la bocca che si frastaglia in un sorriso, un poker face; esattamente l’espressione sventolata sul palco. Spazi Aperti 2024 si fa vanto della nuova edizione con uno spettacolo decisamente particolare: Hallo! I’m Jacket-Il gioco del nulla si fa largo sul palco della Fortezza Santa Barbara di Pistoia. Pochi spettatori, rubati forse da Panariello in Piazza del Duomo. Poco male, uno spettacolo intimo per noi soli pochi eletti. Il caldo ci abbraccia, gli occhi sfarfallano quando vengono catturati da una figura totalmente nuda, escluso per i boxer e un paio di scarpette che somigliano vagamente a quelle per gli scogli. È l’inizio di una parodia del contemporaneo lunga sessanta minuti. Dai nove ai dieci rintocchi. Il rumore fisso del tic-tac dell’orologio. Un’ora durante la quale succede di tutto, quel tutto forse figlio di un pomeriggio tremolante di luglio quando la noia, spaparanzata come un gatto al sole, decide di sgranchirsi le zampe correndo sulle pareti di casa. È come se avessimo sbirciato nella cameretta di due adolescenti alle prese con il tempo che sgocciola lento e loro, rendendosene conto, giocassero più forte e più sguaiatamente facendo finta di non essere visti. Federico Dimitri e Francesco Manenti lo sanno invece e lo sanno talmente bene da agganciarci continuamente con gli occhi: guardateci, vedeteci, riconosceteci, dateci un valore. Un valore qualsiasi. I due attori/performer/danzatori/artisti… tutto il contrario di tutto animano il palco vuoto aiutandosi con solo un armadio come scenografia. La loro Narnia personale dalla quale tirano fuori orpelli di ogni sorta e foggia solo per il pubblico ludibrio. Qualcuno ride, molti altri invece tacciono perplessi forse quanto me. Scoprirò solo alla fine che le risate erano di proprietà di un’amicizia di lunga data con uno dei due attori. Il teatro come contenitore fisico del nulla che svuota e riempie, che urla, che pizzica, che si ripete allo sfinimento come un Peter Griffin qualunque. Un amaro ridicolo che si sfastidia negli occhi e nella bocca. E se questo sia il loro obiettivo ancora non so dirlo, ma se lo fosse, se davvero lo fosse, allora avrebbe dovuto essere il pubblico a salire sul palco per abbracciare i due attori.

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