di Silvano Martini

FIRENZE. Tempi duri, questi, molto duri per tutti, tra pandemia e privazioni di libertà, tutti quanti, chi più chi meno, ci sentiamo impotenti e un po’ schiacciati dagli eventi e dalle incertezze di un futuro che dovrà per forza di cose tornare a essere scritto. Molti lavori dovranno riprendere sulle ceneri di quello che oramai è il nostro passato e per alcuni sarà più dura che per altri. Ovviamente non tutti mi conoscono, anzi saranno sicuramente più quelli che non mi conoscono, ma altri, al contrario, ricorderanno la mia fisionomia dietro alle transenne di concerti ed eventi in Toscana, come ad esempio il Pistoia Blues Festival, il Blues come viene chiamato a Pistoia, di cui sono il responsabile della security fin dal 1985. Per chi fa un lavoro come il mio, che ruota attorno agli eventi, alle discoteche e ai clubs, posti che prevedono un grosso assembramento di persone, sarà ancora più dura che per altri tipi di lavori, in quanto non sappiamo come e quando potremo ripartire. Amo il mio lavoro, lo amo davvero e ho sempre cercato di farlo nel modo più responsabile possibile; la sensazione di aver contribuito a far andar bene un evento che coinvolge un grosso numero di persone è impagabile e, quando tutto è terminato, il momento in cui rimango a parlare con altri addetti ai lavori, mentre la piazza, lo stadio o il locale restano vuoti è il momento più bello.

Spesso mi sono definito come una specie di Samurai, pronto a difendere la tranquillità di chi ha pagato un biglietto e gli antichi Samurai, quando perdevano il padrone che proteggevano, diventavano dei Ronin, cioè dei Samurai erranti ed è in fondo un po’ quello che mi sento io adesso, privato del mio lavoro per chissà quanto tempo. Non sono però un tipo abituato a piangersi addosso e, quando ci sarà permesso di ricominciare, sarò pronto a rimboccarmi le maniche. In queste lunghe giornate ho telefonato e ricevuto moltissime telefonate da parte di amici e persone che conosco, molte delle quali nascondevano a malapena il bisogno di sentirsi rassicurate ed è bizzarro, ma forse neanche più di tanto, che questa rassicurazione sul momento che stiamo vivendo la cercassero in me che sono soltanto un addetto al controllo di spettacoli ed eventi e non certo un virologo o uno psicologo. Mi chiedevano come affrontare tutto questo e io ho risposto a tutti in una maniera molto semplice; sono sempre stato convinto che i problemi vadano affrontati uno alla volta e ora, in questo momento, il problema più grosso è superare questo periodo di isolamento nella maniera migliore, per farsi trovare pronti quando tutto questo sarà finito. Non lasciarsi andare all'ozio totale e non lasciarsi sopraffare dal bombardamento di notizie, spesso tristi e drammatiche, che provengono dall'esterno. Non chiudersi cioè in noi stessi davanti a un televisore o ad un PC ma, al contrario, programmarsi le giornate nella maniera migliore. Le mie giornate, che è bene chiarire non si svolgono in solitudine, visto che condivido la mia vita con la mia compagna, iniziano con una buona colazione, dopo di che vado a comperare il pane al forno vicino casa e sfrutto questa occasione per farmi una mezz'ora di camminata attorno alla mia abitazione, facendo alcuni giri attorno al condominio; lo so, può sembrare alienante, ma vi assicuro che una buona camminata veloce fa molto bene, attiva la circolazione e l'aria aperta, almeno a me, mette di buon umore. Poi, dopo aver preparato il pranzo, mi metto con un buon caffè sulla sdraio in terrazza a prendere il sole per una buona oretta. Dopo dedico la giornata ad ascoltare musica e sistemare le mille cose che, durante la vita normale, non ho mai occasione di fare e vi assicuro che sono davvero molte. Ho la fortuna di essermi costruito negli anni una piccola palestra in casa, sono un maniaco della forma fisica, per cui verso le 18,00, con la mia compagna, ci alleniamo e dopo alcuni round alla corda sulla terrazza, ci mettiamo a lavorare con i pesi. Dopo una sana doccia è già l'ora di prepararci una cena e poi la tv ci aspetta per qualche buon film o qualche serie, in questo momento stiamo terminando di guardarci Yellowstone su Sky. Ambientata nel Montana ai giorni nostri, con un Kevin Costner da antologia, è una serie dura come il cuoio delle selle dei cowboys e con una colonna sonora da paura (Whiskey Myers, Ryan Bingham, Chris Stapleton, Blackberry Smoke, Uncle Lucius, Jason Isbell, Marcus King Band e molti altri), una serie fatta apposta per me, insomma. Questi sono i miei umilissimi consigli, dopo di che vi dico di tenere duro; ci sarà da ricostruirsi un futuro e io non vedo l'ora di vedervi tutti quanti divertirvi al di là delle transenne che io, come sempre, presidierò.

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