di Wijdane Boutabaa
PRATO. Dante Puzzle è in pratica una cena, una serie di piccole portate da gustare una alla volta per restare leggeri e avere spazio ancora per altro. La leggerezza intesa in senso calviniano, non come superficialità, ma come un planare sulle cose dall'alto, senza avere macigni sul cuore né tantomeno sullo stomaco. Con Dante Puzzle si chiude l'edizione 2021 de Gli Amici del Borsi e allo stesso tempo si porge un omaggio alla stagione del 2022, che riparte con una vasta carrellata di spettacoli e Dante Puzzle non è che un piccolo assaggio di ognuno di questi. La prima portata è un classico, e come la pizza margherita, non può non piacere. La lettura del primo dei canti dell’Inferno dantesco, magnificamente eseguito da Daniele Griggio, che riesce a portarti, e senza sforzo alcuno, su quello stesso cammino oscuro e aspro che tutti conosciamo molto bene, immergendosi insieme a te nel caldo e nel freddo delle parole straordinariamente messe insieme. Come secondo, invece, ci viene proposto uno spettacolo di danza, con l’esibirsi di tre ragazze di KAOS Balletto di Firenze, affiancate da tre coreografi, che insieme ci mostrano come si scrive un racconto col proprio corpo e senza bisogno di altri supporti fisici.
E il loro è un parlare diretto e chiaro, che alle volte aggredisce e che naviga per i tre luoghi della Divina Commedia come navigassero attraverso i tempi passato, presente e futuro. Si prosegue col canto, rappresentato dalla voce forte di Leonardo Sernesi che canta Notte dal musical La Divina Commedia e si cambia di nuovo mezzo di comunicazione passando alla proiezione un video che ci fa sorridere di Beppe Allocca, che scherza sulla teoria di Curzio Malaparte e il Monte Ferrato come porta d’ingresso per quel famoso Inferno. E a proposito di leggerezza, questo splendido desinare si conclude con un dolce duetto tra Daniele Griggio e il pianista Fabrizio Mocata, che interpretano al contempo e ognuno col suo strumento di elezione, Tanto gentile e tanto onesta pare, riuscendo in pieno a farci planare con una traiettoria delicata sul mondo di Dante, proprio come da intenzione iniziale. Una volta usciti dalla sala ci si sente sazi e contenti, ma con ancora un po’ di posto e tanta voglia di fruire di arte in tutte le sue forme.