IL CORPO era in uno stato di putrefazione avanzata. Solo l’esame autoptico dirà con certezza da quanti giorni fosse morta Carlotta. Se fosse deceduta nei suoi anni migliori, quelli che l’elessero regina incontrastata del black carpet delle Cascine, a Firenze, se ne sarebbero accorti subito in tanti: i clienti, numerosissimi; le colleghe di marciapiede, di sogni, di illusioni, che un po’ la invidiavano anche, ma che erano felici che lei sfilasse al loro fianco, garantendo traffico in tilt e affari; e quella miriade di visitatori che il sabato sera, evaporata l’ebrezza notturna ufficiale con fidanzate fedeli, innamorate, ma per nulla trasgressive, andavano a ricaricarsi al Parco, dove Carlotta e le sue compagne di eccessi eccitavano il popolo, pronto, quest’ultimo, ad additarle, condannarle e crocifiggerle appena rispuntava il sole. Aveva 57 anni, Carlotta. È tornata a morire nella sua Lecce, dove era nato Carlo Paiano. Ma è morta da sola, ironia della sorte e dell’inevitabilità delle esagerazioni, senza che nessuno se ne sia accorto, senza che nessuno ne abbia sentito la mancanza. Riposa in pace, principessa delle notti vietate, nell'augurio che un giorno tu rinasca in un corpo nel quale tu possa riconoscerti.