PISTOIA. Non vogliamo parlarvi dei Le Blues Sisters, che sono comunque un piacere da ascoltare. Ci preme sottolineare, del concerto on the road che sta andando in scena - proprio mentre noi scriviamo - in piazza Gavinana, a Pistoia, nel bel mezzo del centro storico, con le vie intasate dalle persone alle prese con l’ansia da regalo natalizio, il potere della Musica. Al cospetto dei sette strumentisti, due vocaliste e le resurrezioni apocrife di John e Dan, la coppia del Blues in total black, si è formato, con straordinario spontaneismo, un corposo capannello di persone, attratte, nonostante il freddo pungente e le urgenze del mercato di dio, dalle irresistibili lusinghe strumentali. In particolare, alcune bambine che, liberatesi dalle morbose attenzioni dei rispettivi genitori e sgombre da qualsiasi condizionamento (non so cantare, non so ballare, non sono bellissima, ma ho voglia di vivere e di stare bene), si sono sentite autorizzate a diventare parte integrante dell’esibizione, ma senza pensare al protagonismo. Si sono messe a ballare, complice una grande (in tutti i sensi; di età e aspirazione emotiva collettiva), che invece di preoccuparsi cosa ne avrebbero pensato tutti gli altri, si è tolta il piumino e ha iniziato a ballare, diventando, seduta stante, l’idolo delle sue piccolissime e improvvisate ammiratrici che, naturalmente, hanno immediatamente iniziato a emularla. Aprite, amministratori comunali, provinciali, regionali, deputati, senatori, fino alla Presidenza del Consiglio, centri di musica, centri di danza, di recitazione e metteteli sulle spese fisse di uno Stato che voglia funzionare; le occorrenti disponibilità finanziare apparterranno a ogni manovra, considerando anche che se così fosse, ci sarebbe bisogno di meno agenti dell’ordine impegnati a reprimere babygang, perché l’arte, automaticamente, esclude il bullismo.

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