HANNO AVUTO improvvisamente paura e, onde evitare spiacevoli conseguenze, soprattutto elettorali, hanno optato per la serrata, totale. In una sola settimana questo coronavirus è stato, una decina di volte, una pandemia derubricata a influenza e viceversa. E da domani, Scuole e Università. Strano, però, perché fino a oggi, all’ora di pranzo, se non abbiamo capito male, erano giovani e giovanissimi quelli meno a rischio e le persone di una certa età, i vecchi, le più esposte. E invece. Domani, naturalmente, chiuderanno a catena, fino al 15 marzo, per logica conseguenza, i cinema, i teatri e tutte quelle strutture, specialmente indoor, dove è letteralmente impossibile garantire i famosi due metri di distanza di sicurezza tra una persona e l’altra. Si svuoteranno i ristoranti e le discoteche, mentre nei supermercati, centri di distribuzione vitale, i clienti arriveranno con le mascherine e si terranno, tutti, a debita distanza dal prossimo, anche se trattasi di persona conosciuta e amata. E desiderata. In giro, a passeggio, ci saranno molte meno persone e così, almeno fino a domenica 15 marzo, salvo un tragico impennarsi dei contagi, che danneggerebbe non solo gli incauti, ma anche i timorati da dio, il nostro paese, sempre più piccolo, non solo la p iniziale, si scoprirebbe ostaggio di prove tecniche di apocalisse. Non voglio parlarvi di chi tiene le briglia del paese; sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma dei risvolti sociali di questa presunta pandemia. La gente, coatta tra le mura domestiche, metterà a serio repentaglio la vista rimbalzando, sui propri telefonini, pc, tablet e quant’altro, da un sito sanitario all’altro, con l’augurio di poter dare per primo, nella ristretta fascia personale dei contatti, la notizia della fine del mondo o dell’improvvisa scoperta del vaccino. Vi consigliamo, per questa inaspettata vigilia forzosa, di leggervi dei bei libri, ascoltare della buona musica e guardarvi dei bei film. Insomma: approfittatene, perché potrebbe non essere una disgrazia. E vi consigliamo, soprattutto, di scannarvi a fare sesso, come se non ci fosse un domani. Anche perché, è facile davvero, che domani non ci sia.  

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