PISTOIA. Chissà cosa ci facesse, stamattina, Niko Pantano, a Pistoia, in pieno centro, con la sua chitarra, a deliziare pochi, sparuti e distratti viandanti. A reclamizzare la sua musica, ovvio. Ma lui, milanese di appena venticinque anni, che ne dimostra mille, fuori, ma anche dentro, sentendolo cantare, perché è venuto a Pistoia a regalare ai pochi fortunati che hanno avuto modo di ascoltarlo le sue poesie? Dura appena ventiquattro minuti, Hobo, l'Ep che Niko Pantano vendeva, nella custodia rigida della chitarra, dove raccoglieva anche e soprattutto monete, da chi, al di là di un reale apprezzamento artistico, si sarà intenerito a vederlo, solo con la sua musica. L’ho comprato. Mi sono convinto immediatamente, a farlo, dopo aver sentito appena due brani. Del resto, costava solo 5 euro; gliel’ho dati in monete da un euro; non l’ha contate, si è fidato. Ha fatto bene e già che ero lì, avrei anche potuto essere più generoso. Sarà per un’altra volta, sarà per un altro viandante in cerca della sua strada. Lo ascolto da circa due ore, ininterrottamente; appena termina la sesta traccia (Water and wine), faccio ripartire l’apparecchio e mi gusto nuovamente, con rinnovato piacere e amplificata tristezza, I’m damned, Caresses, Talk is cheap, A long time ago e Good to be alone. Una più bella dell’altra, intense, delicate, tanto da distrarmi del tutto. Auguri, Niko, per questo 2022 e per tutto il resto.

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