PISTOIA. Non ce ne vogliano, in alcun modo, Luigi Mattiello e Emanuele Le Pera, meravigliosi polistrumentisti che hanno regalato, ieri sera, alla Fondazione Luigi Tronci di Pistoia, due ore scarse di suoni, rumori, musica e sensazioni meravigliose, figlie, all’unisono, di una ricerca spasmodica dell’energia vitale di qualsiasi strumento, anche non nato tale. Approfittiamo della loro maiuscola e straordinaria esibizione per accennare, per l’ennesima volta, a altro. Lo ha ricordato, introducendo i due musicisti, un percussionista polistrumentista che non ha bisogno di alcuna presentazione, Genny Scarpato, ribadendo agli spettatori, anche lui per la milionesima volta, come quell’angolo meraviglioso di Corso Gramsci, a Pistoia, sede della Fondazione, che sfodera, puntualmente, calore, umanità e tanta musica esemplare, non basta e non può bastare per accogliere le migliaia di strumenti che il 90enne Luigi Tronci ha, durante mezzo secolo di attività, raccolto e scambiato con tutti gli artigiani della musica incontrati alle Fiere di tutto il Mondo. Certo, i problemi, a Pistoia e altrove, sono altri; lavoro, sicurezza, sanità, viabilità e tutto quello che potete immaginare possa essere contemplato e stanziato da questo e futuri PNRR. Ma la cultura, per noi, ha un peso specifico straordinario e anche se non crea, nell’immediato, posti di lavoro, non assicura civili convivenze, non garantisce longevità e non facilita in alcun modo i parcheggi, crea un diffuso senso di benessere che si ripercuote, automaticamente, su tutto il resto. Diamo, dunque, a Luigi Tronci, il giusto spazio affinché tutta la strumentazione importata, con leciti e meravigliosi baratti, in oltre dieci lustri di scambi culturali, possa renderla, regalandola, alla sua città: il tempo a disposizione affinché Luigi possa veder coronato, in vita, il suo sogno, per indiscutibili leggi chimiche e esistenziali, sta per terminare e sarebbe un imperdonabile cruccio non concedergli questo ultimo tributo.

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